venerdì 25 luglio 2008
Il Rebis sul sentiero di Emmaus
Emmaus: Il sentiero dell'Arte
L'Arte è un sentiero di trasformazione della materia che si compie attraverso l'amore del proprio corpo e la percezione di questo amore. L' Amore per il proprio corpo nasce dalla consapevolezza che siamo in grado di tradurre le emozioni del cuore in amore, creatività, coscienza e conoscenza sensoriale attraverso il sesso (Karmamudra) e i talenti corporei, le abilità della mente e le qualità peculiari dell'anima (Jnanamudra)
Non diversamente dal Tantrista che giunge a venerare il corpo dell'amato in quanto arteficie dell'eros e dell'estasi, l'artista occidentale venera l'arte e attraverso l'arte trascende se stesso in un nuova identità spirituale. L'arte diventa alchemica quando si configura come una via dell'azione (karma-marga) attuata attraverso la percezione, e una via di conoscenza (jnana -marga) che si astiene dallo studio erudito dei filosofi o delle biografie degli aristi, per dispiegarsi invece come via di contemplazione simbolica delle immagini.
La devozione per l'arte
In mezzo, tra queste due vie, ci sta l'amore (Bhakti - marga) per il proprio corpo (amore, cura, protezione, devozione, rispetto e comprensione) in quanto strumento primario per praticare l'arte di trasformare se stessi e la propria vita attaverso lo sviluppo della percezione e della contemplazione. Come accade al tantrico che segue la via della devozione del cuore (bhakti yoga) e vede Dio in tutte le manifestazioni della natura, anche l'artista vede Dio dovunque per espandere l'amore del cuore, poichè l'amore ha bisogno di un appoggio e necessita di un oggetto (di devozione) per compiere un balzo verso la perfezione.
Dio esiste in tutte le cose e l'artista lo percepisce in tutte le frequenze dello spettro di luce. Il desiderio di percepire Dio nell'essenza delle cose o degli oggetti non è fine a se stesso, ma diventa un percorso a gradini per giungere a scoprire che tutte le cose già gli appartengono. In questo percorso l'anima, intesa come energia subconscia, inconscia e iperconscia in grado di dirigere lo sguardo negli oggetti che le sono più affini per salire di un gradino verso il cielo, svolge un ruolo decisivo. Il problema dell'occidente è che non abbiamo mai creduto ai poteri dell'anima (e delle donne) di fare la cosa giusta, di scegliere le condizioni migliori e di intuire ciò che è essenziale per la trasformazione spirituale dell'individuo e della società.
Siamo circondati e assediati da esperti di ogni tipo. Specializzati nel consigliare l'anima a districarsi nel mondo materiale, in realtà la sfruttano e la respingono nel fondo psichico dal quale faticosamente, e non senza sofferenza, emergono. Invece la sentiero dell'Arte alchemica conduce l'anima a comprendere la natura umana, la realtà, la verità e infine la bellezza di percepire l'universo come prodotto da una unica vibrazione di coscienza, assolutamente identica in tutti gli individui che evolvono nella percezione, nella devozione e nella contemplazione del divino (i tre apostoli di Cristo)
Il Quarto Cammino: verso Emmaus
Esiste infatti un quarto stato dell'essere (turiya/Cristo) nel quale si penetra solamente attraverso la dissoluzione delle illusioni e dell'identificazione con il corpo, la mente e la propria coscienza (le tre croci). In questo stato il problema della personalità non si pone, nè quello del successo, nè quello del tempo. La libertà è assoluta, il silenzio è totale, ma non vi è neanche il silenzio. Comincia la vita artistica infradivina, la stessa che contraddistingue il Cristo di Emmaus dipinto da Caravaggio, emblema di una ultima e definitiva identità spirituale priva di identità.
Pochi lo riconoscono sulla strada di Emmaus. Solo tre discepoli, metafora dei tre stati di identità spirituale che precedono la realizzazione del Cristo, lo fermano sulla strada e condividono con lui il pane quotidiano della conoscenza del Sè (esistenza/realtà, coscienza/verità e beatitudine/bellezza). Il Tantra afferma: "Se conosci il Sè, diventerai il Sè".
Scrive Asssagioli:
"Siamo dominati da tutto ciò con cui ci identifichiamo. Possiamo dominare e controllare tutto quello da cui si dis-identifichiamo".
La percezione di ciò che siamo e della metà che non siamo e la contemplazione di ciò che appare all'anima come perfetto, è sufficente per diventare buoni artisti. L'arte ha trasformato Caravaggio nel momento stesso in cui l'artista si fidava del suo istinto creativo, dell'emozione del cuore. Ci riusciremo anche noi?
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